Basta il 5%

Ci sono strade che si incrociano e strade che si dividono – in un gioco di ruoli, dove l’unico attore protagonista è l’incertezza.

E noi?

Noi ci illudiamo di essere indispensabili. Forse è l’ego che parla, forse è la paura del vuoto. Ma la verità, quella verità che cerchiamo di ignorare ogni mattina davanti allo specchio, è che nessuno è davvero importante. Non lo siamo mai stati. Il mondo non si ferma per nessuno – e meno male, perché sarebbe noioso.

In un’epoca in cui il cambiamento è l’unica costante, l’adattabilità è la nostra unica arma. Rimanere immobili è un lusso che non possiamo permetterci, un biglietto di sola andata per l’irrilevanza. Essere fluidi, camaleontici, è l’unica strada percorribile, perché se c’è una cosa che la contemporaneità ci ha insegnato, è che ogni comodità è solo l’inizio della fine.

E allora, mentre navighiamo tra aziende, clienti, progetti, persone che vanno e vengono come ombre in un film di seconda serata, c’è solo una cosa che vale la pena fare: cercare quel 5% di buono di cui parlava Baden Powell, un dettaglio da trovare in chiunque ci passi accanto, fosse anche per cinque minuti.

Perché da quel piccolo frammento di valore, da quel minuscolo granello di sabbia, si può costruire qualcosa di grande. Un bagaglio di esperienze e competenze che, come quello di Mary Poppins, è inesauribile. E ogni volta che ci addentriamo nel baule, scopriamo qualcosa di nuovo.

Quindi sì, forse non siamo insostituibili. Ma possiamo essere incredibilmente creativi nel reinventarci e nel ricominciare ogni volta. Ma in fondo, non è questo che veramente conta?