È una scena che si ripete spesso, più spesso di quanto sia ragionevolmente sensato immaginare:
GODOT DI TURNO: «Ho bisogno di nuovi testi per il mio sito web.»
IO: «Va bene, qual è il tuo obiettivo?»
GODOT DI TURNO: «…»
IO: «Cosa ti aspetti da questi testi? Cosa vuoi che provino le persone quando li leggono?»
GODOT DI TURNO: «…»
IO: «Qual è lo scopo del tuo sito?»
GODOT DI TURNO: «…»
IO: «Va bene, ho capito. Facciamo così: ti mando un brief con una serie di domande così mi faccio un’idea del tipo di testi di cui hai bisogno, ok?»
GODOT DI TURNO: «No, no. Mica c’ho tempo di stare a leggere e rispondere. Non possiamo fare a voce?»
IO: «Lo stiamo facendo.»
GODOT DI TURNO: «…»
IO: «…»
GODOT DI TURNO: «Guarda, ma io non è che voglio chissà cosa, voglio solo migliorare quello che c’è scritto.»
IO: «Migliorarlo per cosa?»
GODOT DI TURNO: «Perché così non mi piace più.»
IO: «…»
GODOT DI TURNO: «Fai tu, pensaci tu. Sei tu il professionista, no? Sennò me lo facevo da solo…»
IO: «…»
GODOT DI TURNO: «Ok?»
IO: «…»
Morale della favola: pensa prima a dove vuoi andare e poi a come arrivarci – altrimenti vai avanti “a cazzo di cane” (cit.).
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