Il paradosso dei viaggi nel tempo e gli errori di certe trame

Benché in quello che scrivo e che mi piace leggere ci sia sempre una certa dose di surrealismo, rimango sempre una persona molto razionale e pragmatica. E questo mi porta a diventare noioso, soprattutto quando parlo delle trame dei libri e/o delle sceneggiature dei film. Per lo stesso motivo, faccio una fatica immane a leggere libri e/o guardare film fantasy e di fantascienza.

I temi più vicini alla fantascienza (o al fantasy, se volete) che mi affascina e che riesco a digerire con meno fatica sono i viaggi nel tempo e le dimensioni parallele. Ma con riserva: mi affascinano, sì – ma spesso racchiudono un paradosso che non tutte le trame riescono a sbrogliare in maniera convincente.

I viaggi nel tempo

Appelliamoci alla teoria della deliberata sospensione dell’incredulità e diamo per certa la possibilità, bellissima, di poter viaggiare nel tempo.

Il concetto di viaggio nel tempo applicato alla letteratura e alla sceneggiatura permette di sviluppare plot particolarmente elaborati e avvincenti, con elementi ricorsivi, possibilità di analizzare evoluzioni parallele di un evento e colpi di scena estremi.

Spesso, però, presta il fianco a ingenuità che non tengono conto di un paradosso molto importante: il paradosso del nonno.

Il paradosso del nonno

Il primo a descriverlo fu René Barjavel nel suo romanzo Il viaggiatore imprudente.

Il paradosso suppone che un nipote torni indietro nel tempo e uccida suo nonno prima che incontri sua nonna, dunque prima che possa sposarsi e avere discendenza. L’uccisione rende impossibile l’esistenza del nipote e dunque dello stesso viaggio nel tempo che determina l’assassinio del nonno.

Il nipote non nascerà mai e non potrà tornare indietro e uccidere il nonno, il quale sarebbe ancora vivo e potrà essere ucciso dal nipote.

Ora, considerando il fatto che il nipote sia vivo per tornare indietro, il fatto stesso che sia vivo e quindi sia stato generato, impedisce al nonno di morire per semplice logica causale.

Soluzioni al paradosso del nonno

Sono state proposte alcune ipotesi per risolvere questa contraddizione dei viaggi temporali.

La più immediata e, in qualche modo più comoda, è la teoria del multiverso (o degli universi paralleli), secondo la quale ogni interferenza col passato produrrebbe le sue conseguenze solo in un universo parallelo, nel quale la storia si evolve in maniera diversa.

Se, invece, assumiamo che l’universo esistente sia unico, allora il paradosso non avrebbe soluzione ed entrerebbe in gioco la la congettura di protezione cronologica formulata da Stephen Hawking, in base alla quale deve in qualche modo essere impossibile ogni forma di viaggio indietro nel tempo, per motivi da noi ancora sconosciuti.

A sbrogliare la matassa ci pensa il  fisico russo Igor Dmitriyevich Novikov verso la metà degli anni Ottanta, con il suo principio di autoconsistenza.

Il principio di autoconsistenza di Novikov

Il principio di autoconsistenza di Novikov si oppone all’utilizzo della teoria del multiverso per la risoluzione dei paradossi dei viaggi nel tempo.

Secondo Nivikov il viaggio nel tempo non è impossibile, ma le conseguenze che esso produce dal passato verso il futuro sono proprio quelle che hanno reso possibile quel viaggio dal futuro verso il passato: in altri termini è possibile andare indietro nel tempo, ma è impossibile modificare la storia tramite un viaggio indietro nel tempo, poiché esso è già avvenuto nel passato e doveva avvenire nel presente.

Nello specifico del paradosso del nonno, ad esempio, se sono effettivamente riuscito a tornare nel passato e a uccidere mio nonno prima che sposasse mia nonna, allora o ho ucciso qualcun altro convinto che fosse lui, o suo figlio (ossia mio padre) è stato concepito prima che lo uccidessi.

Supponiamo che, nel 1955, una persona X assista alla morte di un uomo Y che era nelle sue vicinanze. Scioccata, viene consolata da un passante di nome Z col quale poi mette su famiglia; X e Z avranno dei figli, i quali a loro volta gli danno dei nipoti, tra cui uno di nome J.

Nel 2015 J, che ignora i fatti accaduti nel 1955, per cause da definire, costruisce una macchina del tempo e la usa per andare proprio nel 1955 e sparare a sua nonna. Tuttavia, mentre preme il grilletto, Y esce da un negozio e, passando davanti a X, intercetta il proiettile e muore al posto suo.

In questo modo nulla accade diversamente da come è già accaduto e anzi, se non fosse stato per la morte di Y causata da J, tra X e Z non sarebbe probabilmente nato il sentimento che poi avrebbe portato alla nascita di J stesso.

Quindi quello che nel passato era accaduto è stato permesso involontariamente dal viaggio nel tempo, per cui possiamo dire che il viaggio nel tempo non cambia la storia ma la realizza, ovvero la crea così come la conosciamo nel futuro.

Il viaggio nel tempo esiste ancor prima che venga svolto effettivamente perché è essenzialmente la storia che avvenne.

Non vi è dunque contraddizione ma, al contrario, autoconsistenza: quali che fossero le intenzioni di J, egli non può in alcun modo impedire la sua stessa nascita (può anzi solo essere la causa della sua stessa nascita o, al massimo, non essere di alcuna influenza).

Ovviamente, si tratta di una semplificazione, ma tant’è.

Esempi virtuosi di viaggi nel tempo

Elenco non esaustivo di opere letterarie e cinematografiche in cui la teoria del viaggi nel tempo si basa sul principio di autoconsistenza di Novikov.

Libri

Film

Conclusione

Quindi, il fatto di essere razionale non significa non riuscire a concepire l’esistenza di qualcosa che vada al di là della realtà attuale, quanto piuttosto nel rigettare tutti i paradossi e le incongruenze che, una determinata situazione inventata, può portare con sé.

Posso accettare tutti gli scenari narrativi, anche i più assurdi e fantastici, purché le (nuove) regole che si vengono a creare al loro interno siano sempre coerenti con sé stesse e con il mondo che governano.

That’s it!


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