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«Abbiamo bisogno di una campagna Pasqua super wow, un’installazione immersiva, un contest 3D interattivo… e ci serve per domani mattina!»

La Pasqua in agenzia web è l’unica festività dove il tuo cliente pensa che “domani” comprenda anche la mezzanotte, l’alba e, se serve, il rigeneratore quantistico.

La caccia all’uovo… nei file condivisi

I project manager organizzano cacce all’uovo che sembrano Escape Room:

La slide con le linee guida è nascosta tra “webinar_2023_final2_reallyFINAL_FINAL.pptx”. Il logo nuovo? “Logo_OK_FINAL_2b.ai”. Le immagini stock pasquali? “StockPics_Spring_Easter_Final_3.psd”. Insomma, per trovare un semplice PNG di un coniglietto, devi scalare l’Everest di Google Drive.

Il designer

Arriva aprile: le scrivanie si riempiono di sorpresine al cioccolato. Il designer ne assaggia una, poi due, poi… boom, la moodboard diventa un quadro astratto di zucchero.

«Scusa, Marco, puoi riformattare l’immagine? »

«Sì, certo… aspetta… »

(schiocco di mascella)

«Non era Cupido, era un uovo Kinder.»

Lo sviluppatore distraibile

Il dev apre l’IDE e…

Trova un uovo di cioccolato dentro la tasca della giacca. Si distrae a mangiarselo. Ritorna al codice e, per errore, trasforma tutti i link in /easter_egg.html. Risultato: il sito si blocca in loop di coniglietti danzanti. Ma, hey, almeno è festoso!

Direttore creativo vs. copywriter

Il direttore creativoarriva come un ninja del branding: tazza di matcha in una mano, visione apocalittica nell’altra. Il mantra è “Deve sembrare un’esperienza mistica, non un semplice post”.

E poi c’è il copywriter: un poeta da happy hour, vive di birre artigianali e citazioni da dizionario, pronto a scrivere un claim di tre sillabe in ottocento parole.

Scena tipica:

Direttore creativo (logorroico): «Voglio un mood thriller. Niente coniglietti rosa, solo uova di tenebra.» Copywriter, stropicciandosi gli occhi: «Pensavo a “Uova di tenebra”…» Direttore creativo: «No, troppo banale. Fatti un gioco di parole con “shell shock” e “egg-shellent”!»

Poi spunta un PDF di 37 slide intitolato “Shell Shock: l’Apocalisse Ovoidale” che nessuno leggerà, ma che ti fa sentire un artista, almeno fino al lunedì mattina.

L’account manager evangelico

«Ragazzi, Pasqua è un’opportunità unica: facciamo una newsletter “Egg-sperience”! Un quiz “Trova l’uovo SEO”! Un plugin “PPC: Pay-Per-Chocolate”! »

Sì, perché niente crea engagement come un carrello pieno di uova e uno slide deck con “ROI: Rainbow Of Indulgence”.

Il cliente zen… e il cliente panico

Cliente zen: «Fate voi, purché non sembri Pasqua.» Cliente panico: «È Pasqua, dev’essere TROPPO PASQUA!» In agenzia non esistono vie di mezzo: o nessun coniglietto, o cento. Ma la ricetta perfetta è sempre… “a occhio”.

L’ultimo giorno di pre-pasqua

È come l’ultimo dell’anno:

Invia il “Saluto di Buona Pasqua” alle 23:59. Scopri alle 00:01 che avevi dimenticato un’emoji. Rispedisci alle 00:02. Ed è così che finisci per mandare agli utenti tre email in 5 minuti: «Scusa, hai ricevuto questa?»

Il giorno dopo Pasquetta

Sei… depresso.

Nessuna uovo di cioccolato. Nessuna campagna virale. Solo metriche: apertura 3%, click 0,1%. Se Pasqua in agenzia web fosse una serie TV, sarebbe una stagione unica, con un finale annacquato e un reboot a Natale.